Quest’anno è il 221° anniversario della nascita di Alexandre Dumas. Il famoso scrittore e drammaturgo francese è nato il 24 luglio 1802. Ha scritto oltre 200 opere, soprattutto romanzi storici. E’ principalmente conosciuto per capolavori come Robin Hood – Principe dei Ladri, Il Conte di Monte Cristo e i Tre Moschettieri che hanno avuto nel corso degli anni diversi adattamenti in film e serie tv.
Alexandre Dumas è considerato uno dei più importanti autori francesi del 19° secolo, nonostante il suo stile di scrittura non sia sempre di primo ordine. Infatti, la sua prosa è lunga e articolata, caratterizzata da frasi lunghe con molte ripetizioni. Tuttavia, è anche lineare e coivolgente. Le sue storie evventurose hanno la capacità di attirare il letterore, coinvolgendolo emotivamente. Queste storie sono state pubblicate a puntate (feuilleton) sui giornali e riviste. Dumas è infatti considerato il precursore delle moderne soap opera.
Per celebrare la nascita dello scrittore, riportiamo tre citazioni dalle 3 più famose sue opere sopra menzionate.
DAL “CONTE DI MONTE CRISTO”
“Ci sono due modi di vedere: con il corpo e con l’anima. La vista del corpo può qualche volta dimenticare ma l’anima ricorderà sempre”
Alexandre Dumas ha scritto Il Conte di Monte Cristo nel 1846, o sarebbe meglio dire che è stato completato in quell’anno dopo essere stato serializzato sul Journal des Débats. In seguito, è stato pubblicato come libro singolo.
E’ una storia d’avventura ambientata in Francia, Italia e nelle isole del Mediterraneo durante l’era detta Boubon Restoration 1815-1839 sotto il regno di Luigi-Filippo di Francia. E’ una storia di vendetta, pietà, speranza giustizia e perdono. Il protagonista Edmund Dantes è un marinaio con un brillante futuro che viene infiustamente imprigionato per 14 anni, falsamente accusato di tradimento. Riesce a scappare dalla prigione e cambia identità in quella del Conte di Monte Cristo per vendicarsi di quelli che lo hanno tradito. Lui pianifica e aspetta pazientemente per 10 anni prima di mettere in atto la sua vendetta.
La citazione è infatti una delle sue battute nel libro, si riferisce al fatto che ci sono due tipi di ferite che una persona può subire: quelle fisiche e quelle emotive. Le prime possono essere curate, possono diventare cicatrici e poi sparire. Le seconde invece sono più complicate, più profonde, coinvolgono l’anima, i sentimenti, le emozioni. E’ più difficile riprendersi da esse. Loro possono diventare un eco del passaso, un promemoria della brutta esperienza che le ha causate e perseguitare la persona che le ha provate per il resto della sua vita.
Edmund non ha mai dimenticato la sensazione di essere tradito, la dolorosa sensazione di venire pugnalato alle spalle dalle persone di cui si fidava di più. Lui aspetta, si aggrappa a quella sensazione fino al momento in cui avrebbe potuto vendicarsi sui suoi traditori. “Aspetta e spera” dice infatti in un’altra battuta perchè la speranza non muore mai.
DA “ROBIN HOOD – PRINCIPE DEI LADRI”
“Rubo ai ricchi per dare ai poveri”
Tutti conoscono Robin Hood. E’ l’eroe fuorilegge del folklore inglese dipinto come un abile arciere e spadaccino. Ci sono molte versione di lui e della sua storia in ballate e racconti così come ci sono diversi adattamenti in film e serie tv. Comunque, in tutte le versioni Robin Hood, al di là delle sue origini, è un eroe che lotta per la giustizia, per porteggere le persone contro l’oppressione.
Alexandre Dumas ha scritto la sua versione della leggenda di Robin Hood- Principe dei Ladri che è stata pubblicata postuma nel 1872. Racconta la nascita e la giovinezza dell’eroe, l’avventura che lo porta a scontrarsi con lo Sceriffo di Nottingham e a diventare un fuorilegge, capo di un gruppo di ribelli chiamati “l’allegra brigata” nascosta nella Foresta di Sherwood.
La storia di Robin è una storia di giustizia, lealtà, coraggio e fiducia. Robin Hood insegna che non bisogna arrendersi di fornte all’ingiustia, che bisogna combatte per ciò che è giusto con coraggio, che bisogna essere forti e continuare ad andare avanti finchè le cose non cambieranno.
DA ” I TRE MOSCHETTIERI”
“Tutti per uno e uno per tutti, uniti vinciamo e divisi cadiamo”
Tutti conoscono questa frase, viene da I Tre Moschettieri, il romanzo scritto da Alexandre Dumas nel 1844. E’ ambientato in Francia tra il 1625 e il 1628 e racconta le avventure di un giovane uomo chiamao d’Artagnan che lascia la sua casa per unirsi ai Moschettieri della Guardia a Parigi. Qui incontra e diventa amico di tre moschettieri Athos, Portos e Aramis e viene coinvolto in un affare di stato e della corte.
I Tre Moschettieri è un romanzo di avventura i cui principali temi sono l’unità, la cooperazione e la fiducia. La storia è una lezione su come funziona lavorare in team. Un gruppo, come affermano psicologi e sociologi come Kurt Lewin, è più della semplice somma delle parti. E’ una entità dinamica e potente che ha il potee di influenzare le persone e le comunità. Le persone possono unirsi in gruppo in diversi modi e per diversi motivi ma se hanno un obiettivo comune, lavoreranno insieme per poterlo raggiungere.
Questo è ciò che accade a D’Artagnan e i tre moschettieri. Tutti loro vengono da esperienze diverse, si conoscono e lentamente iniziano a condividere la stessa visione. Loro capiscono che insieme sono più forti che da soli e uniscono le forze diventando una squadra.
Quello che succede alla squadra, al gruppo, influenza tutte le sue parti e viceversa. Questa si chiama interdipendenza. Un gruppo è un “insieme dinamico” dove le relazioni e i comportamenti di ogni parte sono mutualmente interdipendenti. Lo vediamo con d’Artagnan e i moschettieri, il loro comportamento e la loro diversa esperienza di vita li influenza reciprocamente sia in modo positivo che negativo.